giovedì 25 febbraio 2010

Fake-blog "undicisettembre": "La patata bollente!"

Che cos’è il fallimento?!

Dal dizionario Devoto-Oli, tra le varie definizioni si legge:

Senso figurato: esito negativo, clamoroso insuccesso, dissesto irrimediabile...

In questo caso mi riferisco distintamente al clamoroso insuccesso ottenuto dal “gruppo undicisettembre” nell’espletamento del presunto “debunking” attuato in questi anni nei confronti delle cosiddette “teorie alternative” che ruotano intorno al 11 settembre 2001.

Se andiamo a vedere la presentazione pubblicata sul loro spazio, si legge:



[…]ci sono senz'altro delle zone grigie e degli aspetti ancora da chiarire intorno agli attentati dell'11 settembre 2001[…]

…i “debunker”, riconoscono l’esistenza di falle nelle spiegazioni governative, e attraverso Attivissimo ne individuerebbero alcune, secondo loro presunte tali, ma presuntuosamente e arrogantemente ritengono, pur non avendo chiaro cosa sia successo esattamente quel giorno, di poter formulare e poi offrire al pubblico delle conferme in riferimento a queste spiegazioni.

Loro, non hanno dubbi su quanto sia successo il 9/11.
Come affermano, se li sono levati tutti…

Premesso che la strategia del “debunking” si incentri principalmente sulla decontestualizzazione dei vari dettagli che ruotano intorno agli sviluppi degli eventi di quel giorno, e premesso che al lettore accorto tale decontestualizzazione non sfugge, a ricamare ulteriormente l’esito negativo che ne scaturisce da tale atteggiamento irriguardoso, è la costante contraddizione di fondo dei concetti da loro presentati.

Ultimamente i “debunker” hanno mostrato la testimonianza di Lenny Curcio, al 9/11, tenente del dipartimento antincendio di New York(FDNY).

Ricordo al pubblico quale fosse l’agognato fine dei “debunker” di questa divulgazione:

"...smonta senza ogni dubbio le tesi cospirazioniste che vorrebbero, tra altre assurdità, il World Trade Center 7 demolito con esplosivi."

Nel ringraziare Lenny per lo sforzo, qui di seguito riporto invece un estratto della sua testimonianza:



La parte sottolineata in rosso è la nostra “patata bollente” che ustiona le manine dei “debunker”:

“L'incendio andava da un lato all'altro dell'edificio ed era estremamente intenso; una cosa del genere poteva essere stata causata solo da una sostanza accelerante, come del carburante.
Questo tipo di incendi ha conseguenze molto negative su strutture come quella degli edifici del WTC.”

In questo modo, l’estratto potrebbe apparire decontestualizzato e fine a se stesso, ma a ben vedere, di fatto rimarrebbe comunque tale, anche se reinserito nel contenuto dell’intera testimonianza…

Anzi, in essa appare del tutto secondario, anche se pur sempre in sostegno del “debunking” del momento!

Se però cominciassimo a confrontarlo con quanto scritto sui rapporti del NIST, o della FEMA, noteremmo subito che l’affermazione di Lenny è in netta contraddizione con le “versioni ufficiali”.

Senza andare a spulciare i capitoli “tecnici” sviluppati dal NIST nei suoi rapporti, è sufficiente leggersi una delle FAQ riguardanti il WTC7 direttamente dal sito internet del NIST per rendersi conto immediatamente che questa affermazione non sarebbe soltanto una misera “zona grigia”, ma un annullamento vicendevole dei due concetti espressi da Lenny Curcio e dal NIST stessi:
Did fuel oil systems in WTC 7 contribute to its collapse?

No. The building had three separate emergency power systems, all of which ran on diesel fuel. The worst-case scenarios associated with fires being fed by ruptured fuel lines—or from fuel stored in day tanks on the lower floors—could not have been sustained long enough, could not have generated sufficient heat to weaken critical interior columns, and/or would have produced large amounts of visible smoke from the lower floors, which were not observed.

As background information, the three systems contained two 12,000 gallon fuel tanks, and two 6,000 gallon tanks beneath the building’s loading docks, and a single 6,000 gallon tank on the 1st floor. In addition one system used a 275 gallon tank on the 5th floor, a 275 gallon tank on the 8th floor, and a 50 gallon tank on the 9th floor. Another system used a 275 gallon day tank on the 7th floor.

Several months after the WTC 7 collapse, a contractor recovered an estimated 23,000 gallons of fuel from these tanks. NIST estimated that the unaccounted fuel totaled 1,000 ±1,000 gallons of fuel (in other words, somewhere between 0 and 2,000 gallons, with 1,000 gallons the most likely figure). The fate of the fuel in the day tanks was unknown, so NIST assumed the worst-case scenario, namely that they were full on Sept. 11, 2001. The fate of the fuel of two 6,000 gallon tanks was also unknown. Therefore, NIST also assumed the worst-case scenario for these tanks, namely that all of the fuel would have been available to feed fires either at ground level or on the 5th floor.


Vien da chiedersi molto semplicemente, apprendendo il contenuto della FAQ, chi abbia ragione: il NIST, attraverso il fior fiore di simulazioni effettuate da esperti vari, o l’esperienza di Lenny, maturata sul campo in anni e anni d’incendi domati?

C’è da chiedersi anche: “Ma, e i “debunker” non sapevano di questa FAQ del NIST?”

Per la prima domanda non saprei rispondere con certezza per la seconda credo di potermi arrischiare a rispondere che i “debunker” sapevano e sapevano bene dell'esistenza di questa FAQ, visto che l’hanno pure tradotta e pubblicata!

I sistemi che utilizzavano carburante nel WTC7 contribuirono al suo collasso?

No. L'edificio era dotato di tre gruppi elettrogeni d'emergenza separati, tutti alimentati da carburante diesel. Gli scenari che considerano il caso peggiore, in cui gli incendi venivano alimentati dalle linee di alimentazione del carburante tranciate, o dal carburante immagazzinato nei serbatoi secondari ai piani inferiori, non sarebbero stati sostenibili per un periodo di tempo sufficiente, non avrebbero potuto generare calore sufficiente a indebolire le colonne interne vitali, e/o avrebbero prodotto grandi quantità di fumo visibile dai piani inferiori, che non furono osservate.

A titolo d'informazione supplementare, i tre gruppi elettrogeni contenevano due serbatoi di carburante da 45.000 litri e due da 22.700 litri sotto gli accessi per carico merci dell'edificio, nonché un singolo serbatoio da 22.700 litri al piano terra ["first floor" in originale, secondo l'uso americano]. Inoltre uno dei gruppi utilizzava un serbatoio da 1040 litri al quinto piano, un serbatoio da 1040 litri all'ottavo piano, e un serbatoio da 190 litri al nono piano. Un altro gruppo utilizzava un serbatoio secondario da 1040 litri al settimo piano.

Vari mesi dopo il crollo del WTC7, un'impresa recuperò circa 87.000 litri di carburante da questi serbatoi. Il NIST ha stimato che il carburante mancante ammontava in totale a 3700 ±3700 litri (in altre parole, da 0 a 7500 litri, con 3700 litri come valore più probabile). La sorte del carburante nei serbatoi secondari è ignota, per cui il NIST ha considerato il caso peggiore, ossia che fossero pieni l'11 settembre 2001. Anche la sorte del carburante dei due serbatoi da 22,700 litri è ignota. Pertanto, il NIST ha considerato il caso peggiore anche per questi serbatoi, ossia che tutto il carburante sarebbe stato disponibile per alimentare incendi al livello del suolo oppure al quinto piano.


I “debunker” non sembrano interessati a questa incongruenza, infatti, fraudolentemente, non hanno proferito nulla in riguardo, probabilmente perché, siccome entrambe le spiegazioni, sia quella del NIST, sia quella di Lenny, sostengono, anche se in maniera diversa, la versione comunemente conosciuta dei fatti, a loro va bene così…

Per i “debunker”, la testimonianza di Lenny Curcio è come un soprammobile da spolverare ogni tanto, allorquando si presenti lo sprovveduto di turno a cui sbatterla in faccia arrogantemente…

Idem la FAQ del NIST.

Ma entrambe devono essere necessariamente decontestualizzate per ottenere l’effetto agognato ottenuto dalla loro strumentalizzazione!

Sennò, guai...!



Purtroppo per i “debunker”, il fallimento è inevitabile essendo l’approccio verso la storia e verso la scienza così di basso profilo, così come mostrato ancora oggi per l’ennesima volta.

Non c’è onestà intellettuale nel "debunking", quindi:

disonestà intellettuale = fallimento di credibilità

sempre

N.B.
Per chi volesse seguire la discussione seriamente può farlo nel topic apposito aperto su “luogocomune”.

martedì 23 febbraio 2010

"DEBUNKING" IS DEAD

Per le fantomatiche demolizioni di teorie alternative millantate dai “debunker”, fino a poco tempo fa, bisognava rassegnarsi all’idea che da qualche parte, su internet soprattutto, ci fosse qualche ipodotato che si riconducesse ancora a costoro per levarsi qualsiasi dubbio sul 9/11.

Da quando i “debunker” hanno attuato la censura sui propri fake-blog, rifiutando così la pubblicazione dei commenti esterni, uno sparuto gruppetto di questi irriducibili aficionados del fraudolento “debunking” nostrano continua nell’opera disinformativa ai danni della gente che si pone domande legittime sui suddetti eventi.

Un po’ come quando nel 1978 chiusero i manicomi e molti malati, attraverso percorsi burocratico/sanitari non regolamentati, vennero mandati in strada alla stessa stregua dei cittadini sani.

È indubbio che chiunque venga a contatto con alcuni di questi malati cronici rischia potenzialmente di subire molestie sia verbali, sia fisiche. A meno che non si tratti di una noia momentanea cui si possa reagire sorridendo…

Allo stesso modo, questi aficionados della rete si aggirano ora su fake-blog appositi, creati da loro stessi, con il preciso intento di reiterare ostinatamente il fallimentare mito del “debunking” undicisettembrino…

Qualche giorno fa, ebbi l’occasione d’imbattermi in una gaffe del famigerato guru dei “debunker” Paolo Attivissimo. E trovando la cosa divertente assai decisi semplicemente di pubblicarla su “fakeblogdebunker” con l’intento di far sorridere altri utenti per l’ironia che si celasse dall’intuizione della goffaggine di costui!

Ritornando agli aficionados, in men che non si dica, il mio post era stato copiato e scimmiottato ossessivamente da loro all’interno di uno di questi fake-blog…

Dall’incipit dell’impaginazione sino ad andare a leggerne i commenti succedutisi, sembra quasi di scorgere delle vere e proprie patologie psichiatriche(con rispetto dei malati parlando…).

Il primo utente, Essse, sostiene che io mi sia offeso per qualcosa!
Per che cosa però… non è dato saperlo!
Non lo dice!
Neanche a me!
Giuro!

Semplicemente, questo curioso tipo che copia-incolla a destra e a sinistra, fa un’affermazione senza argomentarla…

Mah!

Giudicate voi:

Tra i commenti a seguire invece la cosa si fa seria!!



Se Essse mi reputa “offeso”, per Hanmar “mi girano le balle” perché “loro” mi avrebbero “demolito in pochi minuti un documento “rivoluzionario””!

Davvero curioso!

Sapessi almeno qual è il documento “rivoluzionario” demolito cui si riferisce, potrei dire se mi girino le balle o no!

E cercherei di rispondere alle eventuali obiezioni demolitorie…
Ma non c’è verso di avere altre delucidazioni in merito da Hanmar.
Poveretto! Non sta bene proprio…

Anche lui infatti dev'essere dislessico come l'altro suo compagno.

Un altro utente, apparentemente più aggressivo degli altri, di punto in bianco parte per la tangente e comincia ad insultarmi come se all’improvviso mi avesse scambiato per sua madre o suo fratello a cui probabilmente è solito rivolgersi così per via dei suoi evidenti infantilismi mostrati in poche righe:


Mikhail Lanart-Hastur, per chi non lo sapesse, è il personaggio di una saga di romanzi fantasy…
Non mi sembra il caso di commentare oltre, salvo voler far notare al pubblico quanto strumentalizzare le vittime del 9/11 sia un’attività favorita dal “debunking” per l’ottenimento di consensi mediante falsi moralismi utilizzati come leve psicologiche…

...a farne le spese di questa meschina pratica sono i più giovani che non ne comprendono il significato.

E oramai si delinea chiaramente il profilo della struttura che debba ospitare i "debunker", possibilmente a loro spese...